lunedì 2 marzo 2015

Il Maestro mendicante di allievi

Avere un buon Maestro in Aikido è sicuramente una delle priorità di ogni allievo.

Quindi ciascuno cerca, cerca... fino a quando un giorno approda a qualcuno che gli sembra incarnare al meglio questo ruolo.

L'allievo attribuisce fiducia, rispetto ed attenzione alla sua guida... spesso sacrificando tempo, energie e denaro per coltivare la sua passione, seguendo le lezioni, andando ai seminari che il suo Sensei gli indica...

Fin qui tutto da protocollo.

Solo che poi un giorno - gira che ti rigira - egli può anche avere l'impressione che il Maestro abbia bisogno di lui più di quanto non accada al contrario: in questo caso, benvenuti nel mondo dei "Maestri mendicanti di allievi"!

Si tratta di un sottobosco di personaggi che non possiedono il seguito spontaneo che forse desidererebbero avere: Insegnanti senza allievi... generali senza esercito, insomma.

Queste sanguisughe sanno di poter essere Maestri SOLO se si trovano davanti a qualche allievo, quindi quando ne trovano uno non lo mollano nemmeno a pagare: in questi casi, anche l'allievo più devoto inizia a comprendere che c'è qualcosa che non va nel rapporto con il suo Sensei...

Perché la gente lo eviterebbe altrimenti come la peste?

Se una persona ha la stoffa per essere la guida di altri, normalmente attirerà a sé persone bisognose di "essere guidate" da qualche parte... ma che dire di coloro che sono state guide in passato (magari mirabili!) ma che adesso sembrano aver perso questo ruolo nei confronti della società?

Non sappiamo perché un fatto simile possa essere accaduto: negligenza, cambiamento del momento storico, delle propensioni pedonali... sta di fatto che al momento non c'è più il pienone come un tempo (se mai c'è stato).

In questi casi, assistiamo ad uno dei più squallidi e svilenti scenari che l'ambito dell'Aikido moderno riesce ad offrirci, ossia quello di un Sensei che fa di tutto per legare a sé ed instillare forme di dipendenza nei propri allievi.

I tratti somatici di questa operazione sono quantomai chiari, esaminiamone i principali:

1) instillare dubbio, diffidenza o svalutare coloro che praticano altrove, sparlando di altri Insegnanti, stili o Scuole di Aikido; un buon Maestro non ha bisogno di parlare male di nessuno, anche se fosse al corrente di nefandezze commesse da altri suoi "colleghi"; più il vostro Sensei parla come una sorta di Novella 2000 dell'Aikido, più c'è qualcosa che non va!

2) creare sensi di colpa in coloro che "non fanno i bravi allievi", che manco a dirlo saranno coloro che non riesce a comandare a bacchetta e che quindi non sottostanno a tutti i suoi desiderata; un buon Maestro è capace di CREARE il gruppo che guida, quindi non si sognerebbe mai di tenere atteggiamenti in grado di dividerlo o creare fazioni al suo interno;

3) creare situazioni ed eventi nei quali "mancare" sarebbe particolarmente grave, ma solo perché egli ne ricava un tornaconto personale da tutto ciò (visibilità, soldi, potere...). Talvolta un bravo Insegnante richiede ai suoi allievi un certo ingaggio, ma lo fa a favore del loro sviluppo... il suo disinteresse personale deve essere evidente;

4) non si da mai del tutto, poiché così facendo prepara l'esigenza di avere ancora bisogno di lui; un Maestro che si rispetti fa il contrario, cercando di spronare gli allievi alla maggiore indipendenza possibile, conscio che la perenne mancanza del loro svezzamento sarebbe sinonimo di un suo fallimento;

Il Maestro non è dio, è una persona come tutti che ha percorso un po' più strada dei suoi allievi, ha commesso prima di loro un sacco di errori che loro si trovano a commettere ed affrontare oggi: per questo sa essere una buona guida.

Talvolta egli si siede su se stesso, e gli allievi quindi presto o tardi raggiungono e quindi hanno bisogno di cercare un'altra guida altrove: questa cosa può essere triste, ma è sicuramente molto umano che possa accadere.

Far finta di niente e cercare il modo per non scendere "dal trono" è una patologia di quell'ego che evidentemente non era stata ancora curata e risolta in precedenza (il che fa pensare che il Sensei di turno non fosse tale nemmeno quando riusciva ad abbindolare qualcuno per un po' di tempo).

Era una recita, mentre il Maestro non è un ruolo che si può simulare... lo si può eventualmente solo ESSERE!

Quando i personaggi di cui parliamo superano disgraziatamente la responsabilità della conduzione di un singolo Dojo, e diventano reggenti di un'area, di una parte del territorio, del ramo di una Scuola... allora i viscidumi si fanno ancora più assurdi.

C'è ci telefona ai Maestri locali con i quali collabora magari da anni e chiede loro di organizzargli seminari con un ritmo che non giova solo all'apprendimento degli allievi, ma anche alle entrate ed alla visibilità del "Maestrone-Guru di turno".

Ovvio che un Insegnante responsabile, se accetta il compito di curare un certo numero di Dojo, deve poterli frequentare con regolarità, per rendersi conto delle varie evoluzioni del lavoro locale... ma da li a richiedere vere e proprie tangenti sotto forma di stage il passo è lungo!

C'è chi dice al Dojo X: "Sai, sto per organizzare un importantissimo seminar, al quale vi raccomando massima partecipazione, poiché ci saranno anche tutti quelli del Dojo Y e Z... è un'occasione da non mancare!"... poi - manco a dirlo - dice analogamente ai responsabili del Dojo Y, e del Dojo Z...

L'avete capita la burla, non è vero?

Il Boss di turno muove grandi numeri senza averne di fatto nessuno, poiché utilizza gli allievi degli altri per giungere dove sa di non poter arrivare con i suoi... ma soprattutto lo fa più per il suo tornaconto che per altro!

Ricorda quella famosa barzelletta, del tipo che telefona ad un'amico e gli dice "Ehi, questa sera vieni da me? Dai facciamo un'orgia, sarà una serata imperdibile!"

L'amico un po' titubante: "Un'orgia... ma come..."
E lui incalza: "Si, un'orgia, dai non puoi mancare... ci divertiremo un casino!"

E l'amico, sempre più preoccupato: "Ma chi ci sarebbe...?"
E l'altro: "Beh, se vieni anche tu e la tua ragazza... saremmo in TRE" ^__^

Questa dinamica ci pare tutt'altro che sporadica in Italia e personaggi simili si annoverano praticamente tra le fila di ogni Scuola o Ente.

Cosa spinge a tali devianze?

Parzialmente ci sfugge - ad essere sinceri - ma crediamo che sia veramente ostico per certi maestri (la "M" minuscola è d'obbligo!) fare un passo indietro dalla tentazione di monopolizzare la scena, a costo di utilizzare manipolazione e sotterfugi.

Inutile dire che anche la fine di queste dinamiche è piuttosto nota: gli allievi non sono fessi a vita e non appena mangiano la foglia veramente poi il "Sensei furfante" non li vede più, com'è logico che sia.

Un Maestro è con voi anche quando rimanda di non essere d'accordo con voi, perché fa ciò che a voi serve, non per forza ciò che vi piace; un maestro invece vi castagna o vi fa complimenti in funzione di quanto potrà sortire da ciò per se stesso.

Un Maestro se vi promuove o vi boccia agli esami rischia in entrambi i casi di "perdervi", ma tanto non è lui ad vere bisogno di voi... semmai è il contrario! Un maestro invece cerca di "trattenervi", e lo fa proporzionalmente alla sua fragilità ed insicurezza, poiché sa che senza di voi verrebbe meno l'aura mistica della quale ama ricoprirsi.

Un Maestro non vi chiederà mai di pensarla come lui, anche se vi chiederà attenzione al suo pensiero... mentre un maestro - anzi un maestrino - vi richiederà sicuramente di divenire suoi cloni, la sua "longa manus", non faciliterà in voi libertà e spirito critico, quanto dipendenza, senso del compromesso e della manipolazione.


Diciamo questo perché se nel vostro Dojo o giro Aikidoistico aveste sino ad ora annusato comportamenti simili non vi sentiate così soli: sono cose che purtroppo capitano... e nella nostra esperienza possono essere addirittura utilizzate per maturare molto nella disciplina che pratichiamo.

"Chi tutto vuole nulla stringe", recita il proverbio... e così accade a quei Sensei che mendicano ciò che dovrebbe spettargli di diritto se solo fossero all'altezza della posizione che credono di impersonare.

La lezione di ritrovarsi da soli in mezzo al deserto siamo certi che possa essere un tocca sana anche per loro: un bell'Aiki-boomerang che non potrà che farli riflettere!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci sono pseudoinsegnanti autodefinitisi "maestri" :D :D che fanno di tutto... affiliarsi ad enti vari per accaparrarsi gradi e qualifiche che non hanno alcun valore effettivo se non all'interno dell'ente di promozione sportivo stesso... gente con poca esperienza che si autoorganizza seminari e così via... il mio consiglio è di farsi un bel giro per dojo... per poter avere una panoramica delle reali capacita degli insegnanti, senza abboccare troppo a pubblicità e affini postate su social network o su internet... gran contenitore mediatico di balle :) l'esperienza e le sensazioni che può dare l'ossrrvaziobe diretta in certi casi è la miglior cosa. Riccardo Canavacci iwama takemusu aikido ostia

Anonimo ha detto...

Il mio maestro ci dice sempre di girare e provare il più possibile.. dice anche che se andiamo in un posto nuovo è buona regola rimettersi la cintura bianca e ripartire da capo. Lui è terzo Dan Yoshinkan (Preso da maestro giapponese con titolo Yoshinkan dojo) ma ciò nonostante ha praticato stili diversi ripartendo da "bianca"... Spesso ci dice che riconosceva le palestre "peggiori" quando gli venivano riconosciuti i Dan senza nemmeno fare un esamino.. Per capirci gli han dato 3 Dan aikikai e 3 Dan "CONI" (chiamiamoli dan..) senza farlo salire sul tatami.. Direi che è una buona cartina tornasole per capire i Dojo "patacca"